Il movimento cypherpunk è emerso alla fine degli anni ‘80 e all’inizio degli anni ‘90 in un contesto storico caratterizzato da una crescente preoccupazione per la privacy e la libertà individuale nell’era digitale. “Cypher” allude alla crittografia e alla cifratura (da “cipher” che in inglese significa “cifratura” o “codice”), mentre “punks” parla di persone ribelli. Persone ribelli che usano strumenti di cifratura e crittografia come scudi e armi; il termine richiama anche un genere di fantascienza, il cyberpunk, incentrato su futuri distopici dominati dalla tecnologia.

Diversi fattori hanno contribuito a questo contesto:

  • Sorveglianza governativa: le rivelazioni sulle attività di sorveglianza di massa da parte dei governi, come quelle emerse dalle udienze della Commissione Church negli anni ‘70, hanno alimentato le preoccupazioni sulla privacy.
  • Crescente digitalizzazione: la rapida crescita delle reti digitali e la crescente dipendenza dalla tecnologia hanno reso gli individui più vulnerabili alla sorveglianza e al controllo.
  • Controllo governativo sull’infrastruttura digitale: i governi hanno iniziato ad esercitare un maggiore controllo sull’infrastruttura e le reti digitali, sollevando preoccupazioni sulla censura e la limitazione della libertà di parola.

In questo contesto, i cypherpunk, un gruppo di tecnologi e attivisti, si sono riuniti per difendere l’uso diffuso della crittografia forte come mezzo per proteggere la privacy e consentire il dissenso politico nell’era digitale. Le loro principali preoccupazioni e motivazioni includevano:

  • Protezione della privacy: i cypherpunk credevano che la privacy fosse essenziale per i diritti civili fondamentali, come la libertà di parola e di associazione, e che la crittografia forte fosse lo strumento più efficace per proteggerla online.
  • Resistenza alla sorveglianza di massa: vedevano la crittografia come un modo per contrastare i programmi di sorveglianza di massa e proteggere il diritto all’anonimato.
  • Autonomia individuale: i cypherpunk sostenevano la sovranità individuale e il diritto delle persone di controllare i propri dati e comunicazioni senza interferenze da parte di governi o aziende.
  • Decentramento del potere: promuovevano sistemi decentralizzati, come le reti peer-to-peer, per ridurre la dipendenza da autorità centralizzate e promuovere l’empowerment individuale.

I cypherpunk hanno dedicato tempo e risorse alla ricerca e allo sviluppo di nuovi protocolli, algoritmi e strumenti crittografici per rendere la crittografia accessibile a tutti. Tra i progetti più importanti c’è PGP (Pretty Good Privacy), un programma di crittografia per i file e le comunicazioni via email sviluppato da Phil Zimmermann. I cypherpunk si sono inoltre opposti fermamente alle politiche governative che avrebbero minato la privacy dei cittadini, come la proposta del Clipper Chip, un chipset per la cifratura con backdoor governativa che avrebbe consentito l’accesso alle comunicazioni crittografate.

Il movimento cypherpunk ha avuto un impatto significativo sulla crittografia e sulla privacy digitale, contribuendo a rendere queste tecnologie mainstream e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della privacy nell’era digitale. L’eredità del movimento continua a influenzare lo sviluppo di tecnologie per la privacy, come le criptovalute e le reti di anonimato, e a ispirare l’attivismo per i diritti digitali.


Cronistoria del “Movimento Cypherpunk”

  • Fine anni ‘70: Le udienze della Commissione Church rivelano per la prima volta l’esistenza di programmi di intelligence e tattiche di sorveglianza di massa, alimentando le preoccupazioni per la privacy.
    • 1976:
      • Whitfield Diffie e Martin Hellman pubblicano un articolo, “New Directions in Cryptography”, dove descrivono il concetto di crittografia a chiave pubblica, rivoluzionando il modo in cui le informazioni possono essere protette.
      • Attraverso l’Arms Export Control Act (AECA) emanato dal Congresso degli Stati Uniti, il governo rese illegale distribuire armamenti in altri Paesi senza una licenza, inclusa la crittografia. In caso di violazione dell’AECA, la pena era fino a 10 anni di prigione o una multa fino a un milione di dollari. Tale mossa vietava quindi la divulgazione di codice crittografico che veniva considerata al pari del contrabbando di munizioni e armamenti. Difatti, fino al 1997, per il governo statunitense il codice crittografico era legalmente una bomba.
    • 1977: Ronald Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman svilupparono il primo algoritmo di crittografia a chiave pubblica ampiamente utilizzato, noto come RSA, basato sulla difficoltà della fattorizzazione di numeri interi molto grandi.
  • Fine anni ‘80 - inizio anni ‘90:
    • I governi iniziano ad intensificare i programmi di intelligence e ad affermare un maggiore controllo sull’infrastruttura e sulle reti digitali.
    • Le prime radici del movimento cypherpunk ebbero origine dagli studi del crittografo David Chaum su tematiche quali il denaro digitale anonimo e i sistemi di reputazione pseudonimizzati, descritti nel documento “Security without Identification: Transaction Systems to Make Big Brother Obsolete“.
    • Si tengono i primi incontri online e mailing list, dove figure di spicco come Timothy C. May si scambiano idee e collaborano a distanza a progetti prima che Internet si diffondesse.
    • 1988: Timothy C. May, ingegnere e scrittore americano, scrive “The Crypto Anarchist Manifesto”.
    • 1989 David Chaum sviluppò DigiCash, il primo sistema di pagamento elettronico basato sulla crittografia asimmetrica e blind-signature.
  • Inizio anni ‘90:
    • 1991:
      • Philip Zimmermann sviluppa e distribuisce PGP (Pretty Good Privacy), un software che permette alle persone di crittografare e decrittografare email e file, rendendo la crittografia forte accessibile al pubblico.
      • Il rilascio di PGP porta il governo degli Stati Uniti ad aprire un’indagine dell’FBI sulla sua esportazione, galvanizzando i sostenitori della privacy, segnando l’inizio delle cosiddette “Crypto Wars”.
      • due ricercatori Stuart Haber e W. Scott Stornetta pubblicarono il paper “How to Time-Stamp a Digital Document”, dove dimostrarono come affermare con assoluta certezza l’esistenza di uno specifico documento in un determinato momento storico.
    • 1992:
      • Jude Milhon conosciuta anche con lo pseudonimo di St. Jude, programmatrice e attivista, conia il termine cypherpunk.
      • Settembre: Eric Hughes, Timothy C. May e John Gilmore diedero vita a un piccolo gruppo di appassionati informatici, che successivamente prese il nome di Movimento Cypherpunk, come suggerito da J. Milhon. Creano la “Cypherpunks Mailing List”, un forum online per discutere di crittografia, privacy e questioni correlate. John Gilmore, offre gli uffici della sua azienda, Cygnus Solutions, per tenere riunioni mensili, al primo incontro Tim May ha letto “The Crypto Anarchist Manifesto” e di ospitare la “Cypherpunks Mailing List” sul proprio sito web.
      • 22 novembre 1992: Viene pubblicato “The Crypto Anarchist Manifesto” , scritto nel 1988 da Tim May.
    • 1993:
      • Viene proposto il Clipper Chip, che doveva essere adottato dalle compagnie telefoniche e cercava di implementare una cifratura con backdoor e key escrow gestita dalla NSA, generando una forte opposizione da parte dei Cypherpunk e dei gruppi per le libertà civili.
      • 9 Marzo 1993 Pubblicazione di "A Cypherpunk’s Manifesto". Eric Hughes, matematico, crittografo e scrittore americano, scrive il manifesto del movimento, definendo i Cypherpunk come “un nuovo tipo di attivista sociale, che promuove con vigore la crittografia nella convinzione che sia il mezzo più efficace per proteggere la privacy nell’era dell’informazione”.
      • Nel numero di Maggio/Giugno 1993 la rivista Wired pubblica un articolo di copertina sui Cypherpunk.
    • 1994: Timothy C. May pubblica The Cyphernomicon, una vasta raccolta di idee, discussioni e informazioni riguardanti la crittografia, la privacy, l’anonimato e le implicazioni politiche e sociali delle tecnologie crittografiche nell’era digitale.
    • 1997:
      • Fine delle indagini su Phil Zimmermann:
        • Dopo anni di indagini, il caso contro Zimmermann viene chiuso senza accuse formali, segnando una vittoria simbolica per il movimento cypherpunk.
      • Adam Back, informatico e crittografo britannico, sviluppa Hashcash, un sistema di proof-of-work progettato per contrastare lo spam via email e gli attacchi denial-of-service. Questo sistema richiede che il mittente esegua un calcolo computazionale prima di inviare un messaggio, rendendo costoso l’invio massivo di email indesiderate.
    • 1998: Wei Dai, un ingegnere informatico, nella mailing list cypherpunk descrive per la prima volta il concetto di “cryptocurrency”,suggerendo l’idea di una nuova forma di denaro che usa la crittografia per controllare la sua creazione e le transazioni, piuttosto che un’autorità centrale.
  • 2008: Emerge Bitcoin, che sfutta la crittografia per alimentare una rete di pagamento decentralizzata e senza fiducia. Hashcash, che adotta il concetto di proof-of-work come meccanismo centrale per la convalida delle transazioni e la sicurezza della rete, di cui abbiamo scritto poco sopra, viene citato nel white paper di Bitcoin. Molti dei primi utilizzatori e collaboratori di Bitcoin provengono direttamente dalle fila dei Cypherpunk.
  • 2013: Edward Snowden, whistleblower, ex tecnico informatico, consulente per la NSA tramite la società Booz Allen Hamilton, dopo aver precedentemente lavorato per la CIA rivela, con l’aiuto di giornalisti del Guardian e del Washington Post, una vasta gamma di informazioni segrete sulla sorveglianza di massa globale operata dal governo degli Stati Uniti, in particolare dalla National Security Agency (NSA).
  • Oggi ->: Il movimento Cypherpunk continua ad influenzare i dibattiti sulla tecnologia e la politica, spingendo per innovazioni che migliorano la privacy e controllando gli eccessi che potrebbero minare le libertà civili. Continua a sostenere la privacy, le libertà civili digitali e le alternative decentralizzate attraverso il continuo progresso tecnico.